La decisione che tutti aspettavano, in primis i genitori della piccola Sofia, è arrivata: oggi, attraverso un decreto legge, il governo ha autorizzato «in via eccezionale» il proseguimento delle cure basate sulle cellule staminali
ottenute con "metodo Stamina" per quei pazienti che, al momento
dell'approvazione del decreto, abbiano già iniziato queste terapie. Lo
ha deciso il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro della
Salute Balduzzi. Una presa di posizione da parte del
governo si era resa necessaria dopo che tante persone, alla luce del
blocco imposto a tali terapie dall'Agenzia italiana del farmaco, si
erano rivolte alla magistratura ordinaria.
Sospiro di sollievo per la famiglia di Sofia,
la bambina di tre anni e mezzo affetta da leucodistrofia metacromatica,
la cui storia è divenuta il simbolo di un problema che riguarda
numerose famiglie in tutta Italia. Sofia potrà continuare la sua cura a
base di infusioni di cellule staminali, bloccata finora al secondo trattamento.
Il
decreto legge approvato oggi recita: «Si concede eccezionalmente la
prosecuzione di trattamenti non conformi alla normativa vigente per i
pazienti per i quali sono stati già avviati alla data di entrata in
vigore del decreto», prevedendo inoltre «una più ampia normativa a
regime che regoli i medicinali per terapie avanzate preparati su base
non ripetitiva, con monitoraggio clinico», ovvero un regolamento
ministeriale da approvare nei prossimi giorni, in cui saranno fissate
regole precise per la sicurezza dei pazienti sottoposti a questo tipo di terapie, oltre a procedure di valutazione sugli esiti dei trattamenti.
Il
decreto, inoltre, prevede che tutti i «medicinali per terapie avanzate
preparati su base non ripetitiva» - come i trattamenti con le staminali -
possano essere utilizzati esclusivamente in ospedali pubblici, cliniche universitarie o istituti di ricovero e cura a carattere scientifico.
Soddisfatto
il ministro della Salute Renato Balduzzi: «La norma si basa sul
principio etico per cui un trattamento sanitario già avviato che non
abbia dato gravi effetti collaterali non deve essere interrotto».